DSA: non un limite, ma un punto di partenza.

L’importanza del potenziamento e del percorso con il tutor.

Quando si parla di Disturbi Specifici dell’Apprendimento, spesso di tende ancora a pensare a qualcosa che blocca, limita e mette in difficoltà in un mondo scolastico e lavorativo che corre veloce. In realtà i DSA non sono un ostacolo insormontabile, bensì sono una caratteristica del modo in cui una persona apprende. Come ogni caratteristica è fondamentale accoglierla, comprenderla e valorizzarla.

I bambini/ragazzi con DSA non sono “meno intelligenti” o “meno capaci” degli altri. Al contrario, spesso possiedono un potenziale enorme che ha solo bisogno di essere scoperto e valorizzato. È proprio per questi motivi che esistono strategie diverse, mirate e pensate su misura in base alle caratteristiche di ciascuno, per aiutarli a esprimersi al meglio. È qui che il potenziamento diventa fondamentale: uno strumento concreto per trasformare le difficoltà in possibilità.

Il potenziamento non è un semplice “ripasso scolastico”, ma è un percorso mirato che lavora sulle funzioni cognitive coinvolte nell’apprendimento. L’obiettivo è quello di offrire, ai bambini/ragazzi che si rivolgono a noi, strumenti pratici e personalizzati, affinché il bambino possa affrontare le richieste della scuola in modo sempre più autonomo e sereno. Attraverso il potenziamento i ragazzi imparano a conoscere se stessi e a riconoscere le proprie difficoltà ma anche i propri punti di forza, e a sviluppare un metodo di studio efficace sostenibile.

Non esiste un solo metodo per apprendere, e per questo non esiste un solo tipo di intervento. Ogni bambino ha un modo diverso di memorizzare e di organizzare le informazioni. Il percorso con un tutor specializzato in DSA ha proprio lo scopo di costruire strategie personalizzate, calibrate sui bisogni, le risorse e lo stile cognitivo di ogni bambino/ragazzo. Il tutor non deve essere visto solo come una guida nello studio, ma come un punto di riferimento e un motivatore.

Compensare un DSA significa imparare a convivere con un modo diverso di apprendere, sapendo che si può affrontare comunque con successo la scuola, l’università e il mondo del lavoro. Con gli strumenti giusti tutti i ragazzi possono raggiungere obiettivi importanti, coltivare passioni, scegliere il proprio percorso con consapevolezza. La chiave è iniziare presto, con un supporto adeguato e continuativo in un ambiente che non giudica ma che valorizza.

“Il nostro cervello funziona un po’ come uno smartphone: ognuno ha le sue app preferite, quelle che usa in modo spontaneo per affrontare le sfide quotidiane. Non siamo tutti uguali, e per questo non tutti rispondiamo alle richieste allo stesso modo. Ciò che conta è conoscere le proprie risorse e imparare a usarle al meglio: perché anche con strade diverse, possiamo arrivare tutti lontano”.

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